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martedì 11 novembre 2014

[Recensione] Wacom Bamboo Stylus duo - 3a generazione

Un tocco di stile...
Terza generazione per il pennino double face della Wacom: azienda leader nel settore. Se il produttore è tedesco, l'oggetto è realizzato in Giappone, la fattura è ottima. Interamente realizzato in alluminio, ha un "peso specifico", una consistenza, veramente molto piacevole. Non è vuota e leggera come i pennini da bancarella, e quindi, la sensazione che restituisce tra le mani è ottima. D'altronde, però, la qualità si paga.. Il prezzo di listino è di € 29,90. Non pochi per una penna, ma secondo me ne vale sicuramente la pena. Il design è bellissimo, i materiali pregiati e la funzionalità, sopratutto in ambito lavorativo, è massima.

Lato per scrivere
La cartuccia fornita con l'acquisto è di colore nero ed a sfera. Ovviamente è sostituibile con cartucce nuove quelle sottilissime, tipo queste) che si acquistano ad € 1,5 circa. Il pennino senza cappuccio inserito nella parte touch è abbastanza corto (solo 108 mm di lunghezza), ma con il cappuccio inserito si arriva a 133 mm: adatti anche alla mani più grandi. Viste le dimensioni ed il diametro (9 mm) non è la penna giusta per scrivere la vostra biografia, ma è votata alla portabilità e soddisfa le quotidiane esigenze di scrittura a mano moderne. Su entrambe le estremità, inoltre, sono presenti dei cerchietti di gomma che bloccano il cappuccio. Solida sembra la clip da taschino che non è incollata, ma unita come inserto.

Lato per il touch
Qui spicca un'altra differenza rispetto ai classici pennini: la punta è in fibra di carbonio. Questo materiale assicura maggiore resistenza (inoltre è possibile acquistare i ricambi anche di questa punta) ed è senza dubbio più reattivo. Reattività che dipende anche dalla presenza o meno di una pellicola sullo schermo del nostro dispositivo. Questa è la vera incognita. Usando il pennino su un Sony Xperia Z2 con pellicola (quella fornita con il telefono, di buona qualità ma non in vetro) la reattività è ottima - senza la modalità guanti attiva. Su un iPad mini retina, invece, nonostante non abbia la pellicola, la pressione che devo imprimere è superiore rispetto al Sony. In generale, però, essendo il prodotto di qualità, se usato su un dispositivo di buona gamma non dovremmo avere problemi. Se invece abbiamo una pellicola scarsa da centro commerciale non lamentiamoci!
Se poi vi piace la scrittura ad inserimento continuo (la cd. swype), vi consiglio fortemente un pennino come questo. Con la scorrevolezza che assicura, volerete nella composizione dei messaggi.

Conclusioni
Il prodotto mi ha lasciato entusiasta e soddisfatto, catturerà l'attenzione degli astanti ed è un compagno discreto ed utilissimo. Che lo portiate in tasca o nella giacca non lo sentirete. Certo è, che la cartuccia per la scrittura a mano è molto piccola e poco durevole. Però, se interpretiamo il pennino per la sua funzione naturale e scegliamo tra i colori disponibili (6 diversi) quello che più ci piace, non potremmo che essere felici dell'acquisto. Questo è un pennino per dispositivi touch screen, prodotto da un'azienda che fa solo questo, ma con una penna; non una penna con la punta per il touch screen!
Ovviamente si trova sia negli store online sia nei grandi magazzini come Mediaworld ecc. Soprattutto in questi ultimi, vi consiglio di prestare attenzione al momento dell'acquisto perché ancora vendono la seconda generazione della stylus duo (che non ha la punta in fibra di carbonio) allo stesso prezzo della terza.

mercoledì 29 ottobre 2014

[Recensione] Sony SmartBand SWR 10

Smartwear dalla qualità-prezzo imbattibile.

Oramai già superato dal successore (SmartBand Talk SWR 30), lo SmartBand SWR 10, è uno smartwear semplice e con un rapporto qualità prezzo formidabile comunque ancora in vendita.

Il marchio Sony è una garanzia, qualità giapponese che nel settore mobile domina solo una nicchia, ma con grandi potenzialità che finalmente iniziano ad intravedersi negli Xperia Z3 e Z3 Compact.

Il braccialetto, di silicone leggero ed intercambiabile, come i pari-categoria conta i passi e monitora il sonno; il plus, a mio avviso, sta in una funzione tanto banale quanto trascurata dalla stragrande maggioranza dei competitori, vibra alle notifiche. Con la possibilità di scegliere quale app può far vibrare il bracciale, avrete la possibilità di non perdere una notifica o magari di levare quelle fastidiosissime suonerie "caciarone".

Il bracciale è costruito con un "cuore" inglobato nel cinturino di silicone. Cinque giorni di batteria dichiarati ed effettivi, ricaricabile "sbucciandolo" dalla sua pelle e collegandolo ad un cavetto micro usb, presenta un solo tasto fisico e 3 led di stato. Tre led in sequenza il bracciale è in modalità giorno, due led alternati ad uno il bracciale è in modalità notte, tutti e tre accesi è attiva la funzione preimpostata. Ed ecco il secondo plus rispetto alla concorrenza. Con l'applicazione Sony è possibile scegliere una azione da far partire con una gesture: pressione tasto fisco e tap sul braccialetto. Potremo in questo modo, pre-impostandola, far squillare il telefono, controllare il lettore multimediale e scattare foto a distanza.
La qualità del braccialetto è discreta, il silicone non da pruriti, ha un aggancio/sgancio facile, resistente all'acqua, intercambiabili con bellissimi colori (tantissimi colori) ed hanno una dilatazione minima tra il primo uso ed il tempo. Quello che vedete in foto è in viola. L'impermeabilità non mi ha mai fatto dubitare della sua affidabilità, tanto da farmelo scordare con tranquillità al polso anche sotto la doccia. Certo, l'acqua di piscina non lo scalfisce nemmeno, ma all'acqua di mare resiste giusto il Rolex Submarine.

Il bracciale è costruito con un "cuore" inglobato nel cinturino di silicone. Cinque giorni di batteria dichiarati ed effettivi, ricaricabile "sbucciandolo" dalla sua pelle e collegandolo ad un cavetto micro usb, presenta un solo tasto fisico e 3 led di stato. Tre led in sequenza il bracciale è in modalità giorno, due led alternati ad uno il bracciale è in modalità notte, tutti e tre accesi è attiva la funzione preimpostata. Ed ecco il secondo plus rispetto alla concorrenza. Con l'applicazione Sony è possibile scegliere una azione da far partire con una gesture: pressione tasto fisco e tap sul braccialetto. Potremo in questo modo, pre-impostandola, far squillare il telefono, controllare il lettore multimediale e scattare foto a distanza.
La qualità del braccialetto è discreta, il silicone non da pruriti, ha un aggancio/sgancio facile, resistente all'acqua, intercambiabili con bellissimi colori ed hanno una dilatazione minima tra il primo uso ed il tempo. L'impermeabilità non mi ha mai fatto dubitare della sua affidabilità, tanto da farmelo scordare con tranquillità al polso anche sotto la doccia. Certo, l'acqua di piscina non lo scalfisce nemmeno, ma all'acqua di mare resiste giusto il Rolex Submarine.



Dal lato software anche qui abbiamo un connubio di semplicità e personalizzazione, ma comunque c'è da migliorare. 
Per poter utilizzare il weareble dobbiamo scaricare innanzi tutto l'applicazione gestionale Sony SmartConnect e poi l'apposita SmartBand, la quale si andrà ad integrare alla prima. Qui c'è il terzo plus di questo bracciale: tutte le persone che mi chiedono lumi su questo bizzarro accocco mi chiedono "ma tu, tutte le sere ti metti a premerlo per dirgli che vai a dormire?". No. Con l'applicazione possiamo completamente automatizzare la modalità notte giorno. Soprattutto se abbiamo degli orari tendenzialmente regolari (il che è anche consigliato e solito di chi usa questi strumenti, quali appunto votati alla cura della nostra salute) in questo modo il braccialetto passerà in modalità notte senza darci alcuna premura.È possibile anche impostare più sveglie intelligenti (ad esempio una per la settimana lavorativa, una per la domenica ecc) scegliendo un intervallo di anticipo tra i 10 minuti ed i 60 minuti. Per chi conosce questo tipo di tecnologia, sa che la sveglia intelligente consiste in ciò: la funzione di monitoraggio del sonno consente al device di svegliarci con una vibrazione nel periodo di "pre allarme" impostato. In questo modo sfrutteremo il momento di sonno più leggero per facilitare quel triste momento che è il risveglio.La vibrazione della sveglia, così come quella delle notifiche, è decisa ma non violenta. È possibile lo snooze ma non lo spegnimento, di modo che anche i più pigri possano comunque andare a lavoro senza perdersi tra le braccia di Morfeo.

Oltre a queste funzioni base, possiamo far vibrare il bracciale ogni qual volta ci allontaniamo dalla portata del telefono (ovvero quando usciamo dal campo del bluetooth del telefono): addio quei colpi alla fronte per esserci dimenticati il telefono! (Altra opzione non presente in tutti i concorrenti). In fine abbiamo la possibilità di scegliere quale notifica debba essere portata alla nostra attenzione dal dispositivo.

Questa la parte software più felice. Più controverso si fa il discorso nella seconda parte, cioè l'applicazione che ci consente di interpretare i dati: Lifelog.Lifelog è la terza applicazione che dobbiamo scaricare per l'uso di questo strumento tecnologico. Strutturato come un diario, il che è molto apprezzabile, ci consente di leggere quanti passi abbiamo fatto, quante ore di sonno abbiamo dormito, ma ci fornisce anche altri dati complementari. Tempo di cammino, tempo di corsa, tempo in bicicletta. Visuale giornaliera, settimanale, mensile ed annuale. L'applicazione poi ci notifica il raggiungimento degli obiettivi di sonno e passi prefissati. Ma la struttura a diario, ci consente non solo di monitore ciò che concerne il fisico, ma anche l'utilizzo (spesso esagerato) che facciamo dello smartphone. Lifelog può, a nostra scelta, registrare le ore di navigazione, il numero di foto scattate, le ore di musica, di visualizzazione di video, ore di gioco ed ore di lettura. E la funzione è molto intelligente perché, non raccoglie solo i tempi delle applicazioni di sistema, ma anche di tutte quelle che svolgono la specifica attività. Ad esempio, se ascoltiamo per 30 minuti la radio con TuneIn radio, avremo segnati 30 minuti di ascolto musicale. E via dicendo con YouTube ed altre. 



Il diario poi è completato dalla possibilità di aggiungere dei "segnalibri": doppio click sul tasto fisico e potremmo segnare una nota che rimarrà memorizzata all'ora ed al giorno di pressione. Potremmo in questo modo ricordarci che abbiamo fatto una sessione di corsa o per imprimere un evento lieto.

Tutti questi dati sono facilemtente consultabili con una linea del tempo o con delle icone molto chiare. Inoltre possiamo anche scegliere se registrare sul dispositivo o no tutti questi dati. L'applicazione ha un livello di dettaglio tale, che possiamo anche registrare tutti nostri spostamenti ed il tempo passato sui mezzi di trasporto. Sicuramente tutto ciò farà storcere il naso ai fanatici di privacy, ma questa funzione (come le altre) è modulabile e disattivabile.


Consumo batteria.

Il dispositivo utilizza il Bluetooth low energy (4.0) così da non prosciugarci la preziosissima batteria. Certo è, che il consumo varia a seconda di ciò che vogliamo far registrare al dispositivo: io ad esempio ho escluso il rilevamento della nostra ubicazione (che è sicuramente la più dispendiosa) e quello delle attività fisiche (comunque rileva i passi e le camminate) lasciando quello dell'utilizzo delle applicazione. Dopo un ottimo aggiornamento dell'applicazione, Lifelog non viene neanche rilevata nelle statistiche di utilizzo della batteria ed il consumo della sola app SmartBand si tiene sul 4/6%. Direi non male.
L’applicazione però, rimane in generale un pò macchinosa e lenta nella sincronizzazione e con animazioni molto curate ma una grafica ancora poco accattivante. Ci fornisce speranze, il fatto che Lifelog sarà un’applicazione dal grande futuro: Sony le farà fare da compagna anche allo Smartwatch 3 ed alla seconda generazione del braccialetto. Ciò, fa si che dello sviluppo e della crescita  dell’applicazione beneficerà anche chi ha il dispositivo più risalente nel tempo.
Quest’ultima nota insieme al prezzo (€ 89,00 di listino, ma inferiore nei diversi store online) ed alle componenti software che lo contraddistinguono, mi portano a consigliarlo fortemente. Sony anche se ci sono stati nuovi arrivi, non gli ha relegato un ruolo di dispositivo passato ma di alternativa più basica. Questo significa che ancora oggi non c’è obsolescenza per questo simpatico compagno.
Oramai lo indosso da 4 mesi e ne sono contento, non mi ha stufato né infastidito. Certo, il design non è da 10 e lode ma vi assicuro che polarizza l’attenzione dell'occhio inesperto. Se volete uno smartwear questo è il miglior compromesso tra semplicità, piena funzionalità e prezzo.. Attenzione alla compatibilità: solo con Android 4.4 o superiore e dispositivi con bluetooth 4.0.
Buona camminata!

La nota dolente sta nell'integrazione con le altre app fitness. I vari Jawbone, FitBit ecc comunicano e “si parlano” con i vari Endomondo, Myfitness Pal, Runtastic ecc andando a comporre un sistema votato alla cura della persona a 360°. Per una applicazione come Lifelog, strutturata come un diario minuzioso nelle rilevazioni e curioso sulla nostra vita, la scelta della chiusura è incomprensibile e veramente criticabile. Per fortuna, ed è notizia di poche settimane, Sony ha rilasciato le api per gli sviluppatori e si potrà così rimediare a questa mancanza. Rimane da capire come questi raccoglieranno il sasso lanciato nello stagno da Sony… 


sabato 13 settembre 2014

[Recensione] Xiaomi Power Bank 5200 mAh + guida per riconoscere falso

Oggi vorrei parlare di un oggetto che secondo me non può mancare nella borsa di tutti i giorni: una batteria esterna per ricaricare dispositivi usb, lo Xiaomi Power Bank. Nello specifico, quello che ho comprato io, da 5200 mAh ma esiste anche quello da 10400 mAh.


Xiaomi è un'azienda cinese in fortissima espansione (per darvi l'idea Hugo Barra, ex vice presidente della divisione Android di Google, si è licenziato da BigG per passare a Xiaomi) che inizia ad approdare nei mercati internazionali tra cui quello italiano. Oltre a smartphone produce anche degli accessori, alcuni interessanti. Tra questi vi è sicuramente l'oggetto in recensione.

Comparazione con banconota da 5€
ed il modello da 5200 mAh
9 cm x 5,5 cm x 2,2 cm  per 150 grammi circa, scossa in alluminio satinato, vi posso assicurare che appena tirato fuori dalla confezione si rimane colpiti del design dell'oggetto. 

Il caricatore portatile è dotato di un cavo bianco molto corto che serve, sia a caricare i device, sia a caricare lo stesso power bank. Per quanto riguarda la compatibilità, la porta usb eroga fino 1,5 A, di conseguenza è ottimo per caricare qualsiasi smartphone (sia android sia iphone) e per i tablet (sempre Android o Ipad). Ovviamente, quello che possiedo io da 5200 mAh è si compatibile, ma poco adatto per le tavolette vista la scarsa intensità che porterà ad una carica molto lenta. Per chi cerca una carica per il tablet è maggiormente adatto quello da 10400 mAh, a scapito della portabilità però! Ovviamente, poi, possiamo caricare qualunque dispositivo che richiede una porta usb per alimentarsi: casse bluetooth portatili, weareble (braccialetti contapassi o orologi), auricolari bluetooth ecc. Ah.. da non dimenticare i Windows phone, anche loro!

Non facciamoci spaventare dalla provenienza cinese del produttore: l'oggetto è molto curato nei dettagli ed assolutamente sicuro. Intanto le batterie al litio utilizzate per la produzione sono di Lg e Samsung (coreane), inoltre il dispositivo è dotato di: protezione dai corto circuiti, protezione per la sovratensione in entrata ed in uscita, protezione da sovracorrente in uscita, protezione automatica della caria (se colleghiamo con lo stesso cavo le due porte del power bank), protezione da sovra - carica/scarica e protezione per la carica dei device caricati. Direi che non gli manca nulla..

Il funzionamento è molto facile: per caricarlo si attacca il cavo in dotazione alla porta micro usb, per caricare lo smartphone si collega il cavo alla porta usb. Il tasto di accensione serve a resettare il power bank. I quattro led indicano lo stato della carica: 25% per ogni led.

Per quanto riguarda l'efficienza, ovvero quanti dei 5200 mAh contenuti nel power bank sono "trasferibili" nel dispositivo caricato, la casa dichiara 85%. E devo dire che ci siamo proprio. Riesco a caricare una volta e mezzo circa un Sony Xperia Z2 (che ha una batteria da 3200 mAh) e si può caricare fino a 2 volte un Iphone 5s.

Capire se il Power Bank acquistato è originale
Esempio di bollino sulle confezioni.
Essendo un prodotto cinese, è ancora più soggetto a clonazioni indesiderate da parte di noi utenti europei. Consapevole di questo, la Xiaomi ha istituito un presidio in proposito: su ogni scatola è apposto un bollino. Questo ci fornisce due strumenti di controllo: la striscia olografa a destra (con funzionamento analogo a quello delle banconote) ed un riquadro a sinistra da grattare (ricoperto della stessa vernice dei gratta e vinci, per intenderci) che ci fornisce 4 serie di numeri di verifica. I numeri si inseriscono sul sito della Xiaomi (a questo link, purtroppo il sito è tutto in cinese ma si intuisce chiaramente l'utilizzo), si risolve l'operazione matematica del test CAPTCHA (quei fastidiosi riquadri in cui di solito inseriamo le lettere per capire se è un umano ad interagire con la pagina) e si clicca sul tasto arancione. Se appare un bollino verde con un segno di spunta, significa che il prodotto è originale. Controllata striscia olografa e serie numeriche, potete stare tranquilli che si tratta di un prodotto originale.
Se siete proprio diffidenti, o se per avventura arrivate al prodotto senza scatola si può individuare l'originalità dalle caratteristiche costruttive del prodotto:

  1. I fori dell'indicatore a led devono essere piccoli e la luce deve uscire soffusa;
  2. L'interno della porta micro usb nell'originale è bianca (nel falso nera);
  3. Se inserite il cavo in dotazione, contemporaneamente, sia nella porta usb sia micro usb, i led nell'originale rimangono spenti (vista la corposa presenza di protezioni, assenti nel falso);
  4. Il cavo della confezione originale NON deve portare il marchio di Xiaomi e l'interno dell'attacco usb è nero;
Vi sconsiglio fortemente di acquistare i falsi, visti i possibili pericoli di esplosioni e considerato il prezzo fortemente competitivo dell'originale.

Conclusioni
Assolutamente consiglio a chiunque di acquistare un Power bank e di portarselo dietro. Che possa servire ad un pendolare, ad un novello fotografo della scampagnata domenicale al più smartphone dipendente, è un accessorio immancabile. Se dovete sceglierne uno, io dico Xiaomi Power bank: design, funzionalità, materiali, resistenza, ottima qualità prezzo e presenza di più colori e "capienze". Unico contro, forse, è la mancanza di una seconda porta usb, ma dipende tutto dall'utilizzo che se ne fa di questi aggeggi. Ma forse quest'ultimo è un requisito per chi vuole un power bank diverso da quelli che si portano tutti i giorni.

Rimanete in contatto, perché nel prossimo post vi parlerò di come inizializzare e trattare le batterie a litio.


mercoledì 10 settembre 2014

Apple Pay: la rivoluzione dei pagamenti? No, già esiste e come averlo.

Premessa doverosa prima di essere preso a male parole da quale apple-fan o simili: non ho nulla contro Apple, ho posseduto un Iphone 3G ed un ipod, il Mac book air è uno degli oggetti più belli che abbia mai visto ed adesso non possiedo oggetti Apple perché non rispondono alle mie esigenze.

Per chi non sappia o abbia capito cosa sia ApplePay (si pronuncia æpl peɪ non æpl paɪ perché quest'ultima sarebbe torta di mele e la lasciamo a Giallozafferano) è un sistema che ci consente di pagare semplicemente avvicinando l'Iphone al pos (point o sale: 'a macchinetta pe' pagà cor bancomatt nei negozzi) ed avere l'addebito su carta di credito associata all'account Itunes. Il tutto evitando di dare in mano al commesso la carta, aspettare che la metta nel pos, farsi assalire dall'ansia del signore sbuffante dietro, firmare lo scontrino e riprendere la carta. Lo strumento tecnico-informatico utilizzato è l'nfc (near field comunication, comunicazioni a corto raggio tra un chip che non necessita di alimentazione elettrica ed un apposito lettore) apposto sul retro del telefono.

Si può chiaramente comprendere l'atteggiamento dei media sul punto: è necessario parlare di un evento di portata internazionale come la presentazione dell'azienda di Cupertino. Però tutto questo utilizzo delle parole "rivoluzionario" "incredibile" "novità" è esagerato e fuorviante per moltissimi motivi.
Iniziamo dalla parte critica per chiudere con la parte costruttiva.


  1. Motivo alla Stanis La Rochelle: tutto questo è molto italiano! Eh si, perché questo tipo di interazioni "volanti", con il telefono, all'estero. esiste ed è utilizzato da anni: biglietti metro, pagamenti, carte fedeltà ecc.. Quindi è abbastanza evidente lo stupore dei più alla cosa ma avvilente per altri punti di vista: è la riprova che siamo tecnologicamente arretrati. Guardiamo i dati statistici sulle infrastrutture informatiche in Italia: siamo indietrissimo, tutti i prodotti tecnologici escono prima negli altri paesi UE poi da noi, non esiste nessuna materia scolastica sull'informatica ed altre.
  2. Esiste già! Orgoglio Poste italiane! Se sopra ho fatto il radical chic esterofilo qui tiro fuori il mio orgoglio italiano. Perché il primo ad introdurre in Italia questa tecnologia è stata Poste Italiane. Se molti erroneamente associano le poste a delle lunghe file ed alla pensione (ah, non volevo dirvelo, ma se alle poste c'è la file è colpa degli utenti informaticamente arretrati, non delle Poste, perché I BOLLETTINI, LE BOLETTE, LE MULTE ECC SI POSSONO PAGARE ON-LINEEEEEE! scusate lo sfogo) dovete ricredervi perché la divisione BancoPoste è un'azienda molto avanzata dal punto di vista tecnico e che fa da forte competitore delle Banche trainando anche l'avanzata tecnologica del sistema bancario. Già da anni PosteMobile (operatore telefonico delle Poste) consente di associare il proprio conto o postepay e di pagare mediante l'nfc del telefono: proprio come ApplePay. Poste mobile ha anticipato lungamente sul tempo aziende del calibro di Vodafone, operativa con questo sistema dalla primavera 2014, e TIM, quasi operativa da questa estate.
  3. Il quadro normativo e l'evoluzione: con la direttiva europea sui servizi di pagamento, anche in Italia si consente agli operatori mobili (dal 2011 circa) di operare nell'area dei pagamenti. E difatti, come detto sopra, Poste si è furbescamente attivata prima di tutte sul punto. Dobbiamo vedere, allora, se ApplePay arriverà in Italia (vedi punto 1!) e soprattutto come si porrà rispetto alla normativa europea ed italiana e degli accordi commerciali. 
  4. Cosa serve: quale che sia l'operatore che abbiamo tra i 3 che vi ho detto, per effettuare pagamenti contactless con il cellulare non ci serve semplicemente un telefono dotato di nfc ma che sia uno Smartphone Android NFC “SIM Based”, ossia i terminali che possono leggere le informazioni memorizzate delle carte di pagamento in modo sicuro e criptato sulla SIM (cit. sito della TIM). Sui siti degli operatori trovate le compatibilità (qui Vodafone e qui Poste). Quello che ci serve poi è una carta di credito: diversamente da quello che dicono molti articoli sul punto, ApplePay non manderà in pensione le carte di credito perché queste sono necessarie da associare all'account Itunes, così come sono necessarie per i sistemi di pagamento degli operatori mobili (Poste vuole le sue carte, Vodafone ha lanciato la sua ma dovrebbe inglobare nel sistema anche quelle di altre banche, Tim lancerà la sua ed accetterà quella di altre banche). In fine un'apposita Sim Nfc fornita dall'operatore telefonico. Qui secondo me è la vera differenza con ApplePay. Tutta la giostra si concentra intorno al produttore telefonico che crea una sua interazione e non all'operatore mobile.
  5. Dove usare tutto questo: nei negozi in cui già si possono utilizzare i sistemi di pagamento contactless: MC Donald's, Auchan, Eataly, Eni, Mediaworld e molti altri.. Ecco anche qui Apple deve fare l'originale a tutti i costi: Apple Pay sarà un sistema a parte da attivare e quindi potremo trovare una "discrasia" tra i due sistemi. E questo è assurdo visto che Apple è nota per il suo carattere innovativo ma per anni ha ignorato il sistema Nfc (sviluppato da un'associazione di aziende - l'Nfc forum in questo link trovate l'elenco dei colossi che hanno partecipato) ed adesso insiste su questa linea di separazione (non distinzione!). Arresa all'idea che l'nfc è un componente tecnologico fondamentale continua ad alzare questa barriera tra mondo Apple vs. resto del mondo. Sinceramente non lo capisco, quello che aiuta lo sviluppo non è il monopolio ma la cooperazione.
  6. La mia esperienza in TIM: come detto anche Tim si è lanciata nel campo ed
    avendo uno smartphone compatibile ho colto "l'occasione". E devo constatare che TIM è molto indietro rispetto a Poste e Vodafone. Quest'ultime sono ampiamente avviate ed hanno già le loro carte. Tim doveva lanciare una sua carta ricaricabile, da associare al sistema di pagamento, entro fine Agosto (inseme ad Intesa), ma per ora neanche l'ombra. Per partire è sufficiente (oltre ad avere il telefono compatibile, quindi) recarsi presso un centro tim e farsi sostituire, gratuitamente, la propria sim con una nfc. Poi dovremmo scaricare l'applicazione TIM Wallet (che funziona solo se abbiamo questa sim particolare) ed associare la propria carta. Per ora l'unica carta associabile è di Mediolanum. Attenzione perché come ho detto TIM è indietro sul punto tant'è che i commessi del centro tim  neanche sapevano di cosa parlassi: gli ho dovuto spiegare io sia cosa fosse il servizio sia che la sostituzione era gratuita. Però dai, sono fiducioso, crescerà crescerà! Di seguito il link della Tim se siete interessati: http://www.tim.it/servizi/Le-app-di-TIM/TIMWallet
  7. Aspetto sicurezza: qui ApplePay "spacca", perché usa le impronte digitali. I sistemi degli operatori mobili usano invece il classico pin da inserire sul telefono per i pagamenti oltre i 25€ (sotto questo valore basta uno sfioramento). Inoltre, non dobbiamo avere paura di pagare più volte sfiorando perché il sistema è fatto a poste per apprendere un solo pagamento per ogni transazione, anche se "stimolato" più volte dal passaggio del dispositivo. L'associare una carta ricaricabile (quindi con un limite d'importo fisiologico) ci da ancora più sicurezza. Il sistema poi rende più difficile la clonazione delle carte di credito.
  8. Più semplice, solo la carta: per chi non ha voglia di associare col telefono ecc esistono anche solo le carte di credito contactless che funzionano sempre con il semplice sfioramento. Praticamente tutte le banche le emettono. 
Mi sono dilungato troppo e questo mi spiace (sia per la noia che vi induco sia perché dovevo fare altro) ma avevo voglia di dire tutto. Perché è una tecnologia si rivoluzionaria, ma nel suo complesso: Apple, stavolta, è arrivata tardi. I possessori di iphone 6 che utilizzeranno il sistema saranno sempre meno di quelli che possono farlo con le semplici contacless o con gli smartphone Android e quindi Apple non da un gran contributo. Ad avere un sistema comune ed essere arrivati prima magari.. peccato.